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Piscina in giardino: permessi necessari, costi di realizzazione e tempi di costruzione

Che cosa si intende per “piscina privata”?
Tipologie di piscine private: le strutture
Quali permessi sono necessari per costruire una piscina in giardino?
Quanto costa fare una piscina in giardino?
Tempi medi di progettazione e costruzione

Una piscina in giardino è il sogno di molti, ma prima di tuffarsi nel progetto è essenziale conoscere tutte le implicazioni pratiche, tecniche e burocratiche. Dalla scelta della tipologia alla richiesta dei permessi, dai costi di realizzazione a quelli di manutenzione, fino agli eventuali vincoli normativi o fiscali, ogni fase richiede infatti attenzione e pianificazione.

 

In questa guida completa condividiamo con te tutto ciò che devi sapere per costruire una piscina privata a norma, efficiente e su misura per le tue esigenze.

 

 

Villa toscana con piscina interrata
Villa toscana con piscina interrata - Progetto di JFD Juri Favilli Design

 

 

Che cosa si intende per “piscina privata”?

 

Una piscina privata è un bacino artificiale pensato per un uso non pubblico (quindi non aperto indiscriminatamente a tutti) in cui l’acqua viene filtrata, disinfettata e riciclata in modo continuo. Ma attenzione, perché non tutte rientrano nella stessa categoria! Le piscine private si suddividono infatti in due grandi gruppi.

 

Piscine private a uso esclusivo: destinate all’uso personale e familiare del proprietario e dei suoi ospiti, tipicamente si trovano in villette unifamiliari, case indipendenti o abitazioni private e non prevedono l’accesso a persone esterne in modo continuativo.

 

 

Piscina privata a uso esclusivo
Piscina privata a uso esclusivo - Progetto di K1 Art Studio

 

 

Piscine private a uso collettivo: rientrano in questa categoria le piscine situate in condomini, bed & breakfast, agriturismi, residence, strutture turistiche o ricettive, il cui accesso è autorizzato anche a persone (selezionate) al di fuori della cerchia di relazioni del proprietario dell’immobile.

 

 

Piscina privata a uso collettivo
Piscina privata a uso collettivo - Progetto di Chantal Forzatti Architetto

 

 

Capire in quale categoria rientra la tua piscina è essenziale per sapere quali autorizzazioni sono necessarie, quali standard devi rispettare e a quali controlli potresti essere soggetto!

 

 

Tipologie di piscine private: le strutture

 

Quando si parla di piscina privata, il primo aspetto da considerare riguarda il tipo di struttura: interrata, fuori terra o incassata. Ognuna ha caratteristiche diverse in termini di estetica, costi, normative, tempi di realizzazione e manutenzione.

 

Piscine interrate: sono le piscine “classiche”, scavate nel terreno e rivestite in materiali come cemento armato, pannelli modulari o vetroresina. Sono la soluzione più solida e durevole, perfetta se stai cercando un impianto permanente e su misura. Puoi personalizzare forma, profondità e finiture, integrandola perfettamente nel contesto del tuo giardino. Richiedono però un investimento iniziale più importante e, nella maggior parte dei casi, un permesso per costruire.

 

 

Villa nZEB con piscina interrata
Villa nZEB con piscina interrata - Progetto di Andrea Benedetti Architetto 

 

 

Piscine fuori terra: ideali se vuoi una piscina pronta in tempi brevi e senza lavori invasivi. Sono strutture posate direttamente sul terreno, spesso realizzate in materiali come acciaio, legno o PVC, e disponibili in molte forme e dimensioni. Non richiedono scavi né permessi edilizi (salvo casi particolari) e per questo sono spesso la scelta preferita per chi cerca una soluzione più economica e temporanea. All’occorrenza, possono essere smontate o spostate a fine stagione.

 

 

Terrazzo con vasca idromassaggio fuori terra
Terrazzo con vasca idromassaggio fuori terra - Progetto di Alessandra Parolini Studio

 

 

Piscine semi-interrate o incassate: sono una valida via di mezzo tra le prime due, in parte interrate e in parte visibili. Vengono installate all’interno di una struttura scavata solo parzialmente o costruita su un dislivello naturale del terreno. Vantano una maggiore facilità di installazione rispetto a una piscina totalmente interrata, ma, prima di costruire, potrebbe essere necessario ottenere alcuni permessi.

 

 

Attico con piscina incassata
Attico con piscina incassata - Progetto di Smart Studio

 

 

Quali permessi sono necessari per costruire una piscina in giardino?

 

Prima di realizzare una piscina o metterla in funzione, è fondamentale sapere che in Italia anche le piscine private, così come quelle pubbliche, sono soggette a normative specifiche, in primis quelle che riguardano i permessi per la loro costruzione.

Le autorizzazioni variano in base alla tipologia di piscina (interrata, fuori terra, incassata) e all'uso previsto (esclusivo o collettivo).

 

  • Piscine interrate: essendo strutture permanenti, per la loro costruzione è generalmente necessario il Permesso di Costruire, da richiedere allo Sportello Unico per l'Edilizia (SUE) del Comune in cui si trova la proprietà. Tuttavia, in alcuni casi, se la piscina è considerata pertinenza dell’immobile e non eccede il 20% del volume dell'edificio, potrebbe essere sufficiente presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). È importante ricordare che, in presenza di vincoli paesaggistici, ambientali o sismici, potrebbero essere richieste ulteriori autorizzazioni specifiche.

 

  • Piscine fuori terra: se temporanee e facilmente rimovibili, possono rientrare nell'edilizia libera e, quindi, non richiedere alcun tipo di permesso. Tuttavia, se la struttura è permanente o di grandi dimensioni, è consigliabile verificare le normative comunali, perché alcuni regolamenti locali potrebbero richiedere una SCIA o un Permesso di Costruire anche per questa tipologia di struttura.

 

  • Piscine semi-interrate o incassate: spesso sono equiparate alle piscine interrate, pertanto, in base alle caratteristiche specifiche del progetto, si applicano le stesse considerazioni relative al Permesso di Costruire o alla SCIA.

 

Se è previsto l’uso esclusivo, le autorizzazioni dipendono principalmente dalle caratteristiche fisiche della piscina e dalle normative comunali. Se, invece, l’uso è collettivo, oltre ai permessi edilizi, è necessario rispettare normative più stringenti relative alla sicurezza, alla qualità dell'acqua e alla gestione dell'impianto, come previsto dalla norma UNI 10637.

 

In generale, è consigliabile consultare il regolamento edilizio del proprio Comune e, se necessario, affidarsi a un tecnico abilitato per gestire correttamente l'iter burocratico, così da non avere brutte sorprese!

 

 

Permessi aggiuntivi per piscine private a uso collettivo

 

Quando una piscina privata è a uso collettivo (ossia si trova all’interno di un condominio o di una struttura ricettiva), è necessario rispettare una serie di normative aggiuntive rispetto a quelle previste per le piscine domestiche.

 

Oltre ai permessi edilizi standard, come il Permesso di Costruire o la SCIA, è necessario ottenere specifiche autorizzazioni sanitarie da parte dell’ASL (o ATS, a seconda della regione) che attestino la sicurezza igienico-sanitaria dell’impianto. La richiesta di autorizzazione prevede la presentazione di una relazione tecnica dettagliata in cui si descrive il sistema di trattamento e disinfezione dell’acqua, il piano di manutenzione, il programma di pulizia e un sistema di autocontrollo simile al modello HACCP utilizzato nel settore alimentare.

 

Fondamentale è il rispetto della norma tecnica UNI 10637, obbligatoria per tutte le piscine a uso pubblico o collettivo, anche se all’interno di strutture private. Questa norma stabilisce requisiti ben precisi in merito al dimensionamento dell’impianto di filtrazione, alla quantità di acqua di rinnovo necessaria, alla qualità dei materiali utilizzati, alla sicurezza, all’accessibilità e persino al numero massimo di bagnanti consentiti per metro quadro di superficie.

 

Per avviare l’attività, occorre poi presentare una SCIA sanitaria presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del proprio Comune, comunicando ufficialmente l’apertura della piscina a uso collettivo. In alcune Regioni è previsto anche l’obbligo di iscrizione della piscina in un apposito registro pubblico.

 

Dal punto di vista della sicurezza, è necessario dotare la piscina di attrezzature obbligatorie come salvagenti, segnaletica ben visibile, fondo antisdrucciolo e, in alcuni casi, garantire la presenza di un assistente bagnanti durante l’apertura al pubblico, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza.

 

 

Villa con piscina esterna interrata
Villa con piscina esterna interrata - Progetto di Rachele Biancalani Studio

 

 

Quanto costa fare una piscina in giardino?

 

Come per ogni progetto importante, prima di avviare i lavori è fondamentale avere una visione chiara e realistica dei costi complessivi.

 

Oltre al prezzo della struttura in sé, bisogna considerare gli interventi di scavo, le opere murarie, gli impianti, le spese per i permessi, eventuali tasse e, non da ultimo, i costi di manutenzione nel tempo. Il budget può variare sensibilmente in base alla tipologia scelta, alla complessità del progetto e alla zona in cui si costruisce.

 

 

Struttura e costi di realizzazione

 

Il costo di una piscina in giardino varia sensibilmente in base al tipo di struttura scelta:

 

  • piscine interrate: sono le più costose, ma anche le più durature e personalizzabili, i prezzi partono da circa 15.000–20.000 euro per una piscina di dimensioni standard (circa 8x4 metri), ma possono superare i 40.000–50.000 euro se si opta per forme particolari, finiture di pregio, bordo a sfioro, sistemi di automazione e impianti avanzati;

 

  • piscine fuori terra: molto più economiche, non richiedono scavi o permessi edilizi complessi, i modelli base si trovano a partire da 500 euro, ma per soluzioni più stabili e durevoli (in legno, acciaio o compositi) il prezzo può salire fino a 5.000–10.000 euro;

 

  • piscine semi-interrate: il prezzo medio si aggira intorno ai 10.000–20.000 euro, a seconda del tipo di struttura e del rivestimento.

 

Al costo della struttura si aggiungono poi quelli di realizzazione, tra scavi e opere murarie, che rappresentano una voce importante del budget complessivo. Il costo dipende dal tipo di terreno (roccioso, sabbioso o argilloso), dalla profondità, dalle dimensioni e dalle opere accessorie, come la realizzazione di platee in cemento armato, muri di contenimento o drenaggi, che possono portare il totale anche oltre i 10.000 euro, specie per piscine su terreni in pendenza. Richiedi sempre un preventivo prima di dare il via libera ai lavori!

 

 

Quanto costano i permessi per una piscina in giardino?

 

Nel caso siano richiesti anche permessi edilizi (come nel caso di piscine interrate o incassate), al budget dovrai ricordarti di aggiungere anche questa voce.

 

I costi per i permessi e i diritti di segreteria oscillano mediamente tra 500 e 2.000 euro, ma possono aumentare in presenza di vincoli particolari, come quelli storici o paesaggistici. Per molti Comuni bisogna inoltre considerare anche gli oneri di urbanizzazione previsti per le nuove costruzioni (compresi ampliamenti e piscine), che possono ammontare a qualche centinaio fino a diverse migliaia di euro, in base alla zona.

 

Nel caso invece di una piscina privata a uso collettivo, solo per la progettazione a norma UNI 10637 e la preparazione delle relazioni tecniche sanitarie possono servire tra i 2.000 e i 5.000 euro, ai quali vanno aggiunti gli oneri per diritti di segreteria, eventuali adeguamenti agli impianti (che possono superare i 20.000 euro nei casi più complessi), l'acquisto delle dotazioni di sicurezza, le spese annuali per la manutenzione obbligatoria e le analisi dell’acqua. Inoltre, se è richiesto un bagnino, bisogna considerare anche i costi del personale stagionale.

 

Infine, indipendentemente dall’uso della piscina, ricorda che per la realizzazione è solitamente obbligatorio presentare anche un progetto redatto da un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra), i cui onorari variano da 1.000 a 3.000 euro a seconda della complessità.

 

 

Piscina e vasca idromassaggio rialzata
Piscina e vasca idromassaggio rialzata - Progetto di MOB Architects

 

 

Quali tasse si pagano per avere una piscina in giardino? 

 

La costruzione di una piscina in giardino può inoltre comportare l’aumento della rendita catastale dell’immobile, con conseguente impatto sulle imposte IMU e TARI.

 

Se la piscina supera i 14 metri quadri e ha carattere di stabilità e lusso, può infatti far scattare il passaggio alla categoria catastale di lusso (A/1), portando a imposte più elevate.

 

 

Bonus statali

 

Attualmente (2025), la costruzione di una piscina non rientra nei bonus edilizi ordinari, come il Superbonus o il Bonus Ristrutturazioni, se realizzata ex novo. Tuttavia, è possibile risparmiare un po’ accedendo a:

 

  • bonus ristrutturazioni al 50% in caso di ristrutturazione o rifacimento di piscine esistenti;

 

  • incentivi per impianti a risparmio energetico (come per esempio pompe di calore o sistemi di copertura isotermica) se integrati in un progetto più ampio di efficientamento energetico dell’edificio.

 

Tutte le informazioni aggiornate sui bonus e agevolazioni disponibili sono reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

 

 

Qual è il costo annuale per mantenere una piscina in giardino?

 

Installare una piscina in giardino non è solo una questione di investimento iniziale. Una parte fondamentale da considerare riguarda i costi di manutenzione e di utilizzo, spesso sottovalutati, ma essenziali per garantirne l’efficienza, l’igiene e la sicurezza nel tempo.

 

  • Consumo elettrico della pompa e del sistema di filtrazione: circa 100–250 euro all’anno per una piscina domestica standard.

 

  • Ricambi e piccole manutenzioni: sostituzione di cartucce filtranti, guarnizioni, pulitori automatici, tra 100 e 300 euro/anno. Se preferisci una manutenzione più completa e professionale, puoi affidarti a ditte specializzate, optando per pacchetti stagionali o annuali che spaziano dai 300 ai 1.500 euro l’anno in base alla dimensione della vasca e alla frequenza degli interventi.

 

  • Acqua: il costo di riempimento iniziale è significativo (una piscina da 40 m³ richiede circa 40.000 litri), ma durante l’anno si aggiunge solo l’acqua persa per evaporazione o lavaggio dei filtri, per un costo medio stimato intorno ai 50–100 euro/anno

 

 

Villa con piscina a Capri
Villa con piscina a Capri - Progetto di Jerry Caputo & Partners

 

 

Tempi medi di progettazione e costruzione

 

Realizzare una piscina in giardino è un processo che, dalla prima idea al primo tuffo, può richiedere diverse settimane o addirittura mesi, a seconda della tipologia scelta e della complessità dell’intervento.

 

Le piscine fuori terra sono le più rapide da installare. I modelli prefabbricati e stabili richiedono una o due settimane, mentre le versioni gonfiabili o modulari possono essere montate anche in un solo giorno.

 

Per una piscina interrata, invece, il processo completo richiede in media tra le sei e le dodici settimane, corrispondenti a circa uno-due mesi e mezzo di lavori effettivi, distribuiti su tre mesi di calendario. Ecco le diverse fasi da tenere in considerazione.

 

  • Fase di progettazione e autorizzazioni (2–8 settimane): tutto inizia con una valutazione tecnico-progettuale dello spazio disponibile, dell’esposizione solare, della tipologia di terreno e dei vincoli urbanistici. Seguono sopralluogo e rilievo, elaborazione del progetto esecutivo e richiesta dei permessi edilizi (a seconda del Comune e della tipologia di piscina, i tempi possono variare tra 4–6 settimane o più, specie in presenza di vincoli paesaggistici).

 

  • Lavori di scavo e opere strutturali (1–3 settimane): i tempi dipendono da tipo e consistenza del terreno, accessibilità del cantiere (macchinari e trasporti) ed eventuali opere di consolidamento o drenaggio.

 

  • Installazione impianti e struttura (1–2 settimane): la fase di montaggio della struttura vera e propria, nonché di installazione dell’impianto di filtrazione, tubazioni, bocchette, skimmer e, se previsto, impianto di riscaldamento o trattamento automatizzato dell’acqua.

 

  • Finiture, collaudo e riempimento (3–7 giorni): in questa fase avvengono la posa del rivestimento interno (liner in PVC, piastrelle, mosaico), il test degli impianti, il collaudo della tenuta idraulica e il riempimento della vasca. Infine, vengono installati eventuali accessori (scala, luci, copertura).

 

Nel caso di piscine semi-interrate, infine, i tempi complessivi si riducono leggermente: si parla di circa quattro-otto settimane totali, complici la struttura più semplice e l’iter autorizzativo spesso più snello.

 

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Piscina immersa nel verde
Piscina immersa nel verde - Progetto di Fabio Casati
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