Ci sono diverse normative che regolamentano le dimensioni minime di un bagno in un’abitazione residenziale e tutti gli altri requisiti obbligatori che deve avere.
In particolare, c’è il Decreto Ministeriale Sanità del 5 luglio 1975, che ha modificato le precedenti Istruzioni Ministeriali del 10 giugno 1896.
Ci sono poi i Regolamenti Locali di Igiene (norma UNI 7129:2008), le prescrizioni da seguire per l’abbattimento delle barriere architettoniche (DM n. 236/1989) ed infine il nuovo e più recente Regolamento dei requisiti igienico-sanitari di carattere prestazionale del Ministero della Salute del 23 marzo 2023.
Sulla base di tutte le norme citate sopra, vediamo quali dimensioni deve avere il bagno di una normale abitazione e le altre regole da seguire per non incorrere in un abuso edilizio.
In merito alle dimensioni del bagno, il DM Sanità del 1975 stabilisce innanzitutto che l’altezza minima interna da rispettare è pari a 2,40 metri. Quest’altezza si applica in particolare a tutti i locali “accessori”, tra i quali rientra il bagno, cioè ai locali non destinati alla permanenza continuativa delle persone.
Per quanto riguarda la superficie, sebbene la normativa non imponga espressamente una metratura minima totale, il nuovo Regolamento del 2023 fissa un importante parametro. Dispone infatti che il lato minimo del primo bagno presente in casa dev’essere pari ad almeno 1,80 metri.
La stessa norma stabilisce inoltre che ogni unità abitativa deve disporre almeno di un bagno completo, cioè dotato degli elementi essenziali obbligatori:
Oltre al rispetto delle dimensioni, esistono molti altri criteri obbligatori da soddisfare per avere un bagno a norma in casa, come quelli relativi alla ventilazione e all’illuminazione.
Il DM del 1975 e le prescrizioni del Regolamento 2023 dispongono, nello specifico, che il primo bagno deve avere almeno una finestra apribile verso l’esterno. Se ciò non fosse possibile, sarà obbligatorio installare un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC), che assicuri almeno 5 ricambi d’aria all’ora.
I bagni secondari invece possono essere privi di aperture naturali, ma in tal caso devono sempre avere impianti di aspirazione forzata.
Per quanto riguarda l’illuminazione, il Regolamento del 2023 impone per le nuove costruzioni che il primo bagno debba beneficiare di illuminazione naturale, garantendo un fattore medio di luce diurna (FLDm) non inferiore al 2%.
Ciò significa che il primo bagno dovrà essere illuminato direttamente dalla luce solare attraverso superfici finestrate adeguate.
Se stai pensando a un intervento di rinnovo, scopri tutto quello che c’è da sapere sulla ristrutturazione del bagno nella nostra guida: Ristrutturazione bagno: norme, costi, idee e consigli per creare l’ambiente dei tuoi sogni
Come abbiamo spiegato, le norme prevedono che almeno un bagno dell’abitazione dev’essere completo di tutti gli impianti igienico-sanitari essenziali (vaso, bidet, lavabo e doccia o vasca).
Gli apparecchi però devono essere anche adeguatamente posizionati per garantire i requisiti spaziali, ovvero per garantire il rispetto delle norme dedicate all’abbattimento delle barriere architettoniche di cui al DM 236/1989.
Qui si prevede che almeno un bagno dell’abitazione debba essere accessibile anche alle persone con mobilità ridotta.
I criteri principali da soddisfare in termini di dimensioni e spazi minimi di un bagno per disabili sono:
Il DM 236/1989 richiede che almeno un bagno per unità immobiliare sia visitabile anche da persone con disabilità.
Nello specifico, una persona con mobilità ridotta dev’essere in grado di poter raggiungere almeno un WC ed un lavabo con sedia a rotelle, anche se non sono garantiti tutti gli accostamenti laterali o frontali.
Nei casi di adeguamento, è ammessa la sostituzione della vasca con una doccia a pavimento e, se necessario, anche l’eliminazione del bidet, purché si rispettino gli spazi di manovra minimi.
I maniglioni e i corrimano devono essere installati a 80 cm da terra e con un diametro compreso tra 3 e 4 cm, distanziati di 5 cm dalla parete.
Un altro aspetto spesso sottovalutato riguarda la vicinanza tra ambienti: qui parliamo di cosa sapere quando il bagno è vicino alla cucina: Bagno vicino alla cucina: vantaggi e regole
Per gli impianti a gas nel bagno, interviene invece la normativa UNI 7129:2018, che fissa precise restrizioni.
Gli scaldabagni e le caldaie di tipo B (cioè quelli che prelevano l’aria comburente dal locale in cui sono installati) non possono essere installati nei bagni, se sono destinati contemporaneamente al riscaldamento degli ambienti e alla produzione di acqua calda sanitaria.
Lo scaldabagno può essere installato nel bagno invece se:
È sempre vietata l’installazione di apparecchi a fiamma libera nei bagni privi di finestra o apertura verso l’esterno.