Nato nel 2016 a Reggio Emilia, COBE Architetti si distingue per un metodo di lavoro dinamico e trasparente, che accompagna il cliente in tutte le fasi di un progetto: dalla concezione alla realizzazione. Composto da Andrea Costi, Filippo Bergianti, Alice Bolognesi e Alessia Utini, il team unisce una vasta esperienza internazionale e una visione fresca e innovativa.
I quattro professionisti hanno maturato esperienze in studi rinomati in Italia e all'estero. Questo bagaglio di conoscenze ha permesso loro di avviare uno studio capace di soddisfare una vasta gamma di esigenze, dall’interior design residenziale a progetti per spazi commerciali.
Il loro metodo si articola in tre fasi principali: Concept, Progettazione e Realizzazione. Ogni progetto parte da un incontro preliminare, dove l’ascolto e l’analisi del contesto sono fondamentali. COBE Architetti realizza un accurato rilievo degli spazi e propone progetti visualizzabili in 3D, accompagnati da una valutazione dei costi per offrire trasparenza fin dall’inizio.
Nel corso della fase progettuale, la scelta delle finiture, dei materiali e l'analisi illuminotecnica vengono effettuate con il supporto di mood board personalizzati. Infine, la realizzazione è seguita da un’attenta direzione lavori, per garantire che ogni dettaglio sia perfetto.
"Per noi essere architetti significa guidare le persone nella creazione dei loro spazi di vita," spiega Filippo Bergianti, co-fondatore dello studio.
COBE Architetti basa la propria filosofia sull’ascolto, osservazione, interpretazione e comprensione delle persone e degli spazi. Il loro approccio tailor-made punta a creare ambienti personalizzati che rispettano il gusto del cliente, mantenendo un controllo rigoroso dei costi.
Tra i loro lavori più sfidanti spicca Open Space e Color Block, un intervento su misura per ottimizzare spazi ridotti. Il progetto ha richiesto soluzioni creative per integrare design e funzionalità, mantenendo un’estetica distintiva.
L’appartamento si trova al secondo piano di un condominio residenziale degli anni ’50 nella prima periferia di Parma. La tipologia tradizionale dell'epoca prevedeva un ampio corridoio centrale che separava nettamente la zona giorno da quella notte. Il progetto di COBE Architetti ha rotto questa classica suddivisione, trasformando il corridoio d’ingresso e la zona giorno in un unico open space. Due volumi principali interagiscono in modo innovativo, creando diverse percezioni spaziali.
Il primo volume è quello della cucina, una scatola trasparente che si apre verso il soggiorno e si chiude verso l’ingresso grazie a un’armadiatura guardaroba. Il secondo volume è rappresentato dal corridoio d’ingresso, un “volume in negativo” definito da un uso accattivante del colore a color block, che suddivide visivamente gli ambienti senza bisogno di pareti divisorie.
L’illuminazione artificiale gioca un ruolo chiave, guidando lo sguardo e tracciando assi visivi attraverso gli spazi. Le strip LED incassate nel controsoffitto attraversano la casa, dalla zona d’ingresso alla zona giorno, fino al bagno, la cucina e la camera matrimoniale, sempre posizionate strategicamente in relazione alle attività quotidiane.
Anche il bagno, seppur compatto, è progettato con cura, incorporando una piccola lavanderia e una doccia posizionata accanto alla finestra. I colori e le finiture della zona giorno vengono ripresi in questo ambiente, con rivestimenti in tonalità blu e grigio, e le stesse strip LED incassate per un'illuminazione coerente e funzionale.
La camera matrimoniale ha una parete rivestita con carta da parati che nasconde una cabina armadio, impreziosita da applique per l’illuminazione serale e nicchie contenitive. Qui, il colore è usato sapientemente per creare ambienti distinti, senza ricorrere a elementi divisori.
COBE Architetti crede fermamente nel ruolo dell’architettura residenziale: creare spazi per le persone e non solo spazi con persone dentro. Un ambiente ben progettato può migliorare il benessere degli abitanti grazie alla combinazione armoniosa di materiali, colori e illuminazione.
"Abbiamo imparato a vedere oltre le richieste dei clienti, immaginando anche necessità inespresse," aggiunge concludendo Filippo.